Tutto incominciò nel maggio del 91 quando in seguito ad un incidente in moto ebbi un trauma cranico e da allora incomincio per me un’altra vita. Allora non si parlava di ansia, depressione, attacchi di panico. Finii in neurologia una settimana e venni dimesso con un quadro clinico di “esaurimento”.

Subito dopo l’incidente incominciò a mancarmi il respiro, ad avere vertigini, palpitazioni accelerate, a sudare freddo, a non riuscire a stare in mezzo alle persone, un senso di irrealtà, paura di morire,ecc… Incominciai a perdere i lavori e i miei famigliari interpretarono tutto questo come una non voglia di lavorare ma era più forte di me, non riuscivo a stare in mezzo alle persone e mi isolai. Nel 93 conobbi quella che ora è mia moglie e prima di sposarmi le spiegai che avevo dei problemi ma non approfondii perché non sapevo neanche io cosa avessi. Nel 2001 mi sposai e nel frattempo il medico di base mi disse che soffrivo di attacchi di panico e di ansia. Di seguito mi subentrò la depressione e mi diede degli ansiolitici, i rapporti con la moglie dopo il matrimonio si incrinarono a causa di certe decisioni che prese, la malattia e la morte di mia madre, i problemi e le preoccupazioni aumentarono a vista d’occhio. L’unica cosa che feci di giusto è mettere al mondo due fantastici figli.

Nel 2005 cambiai lavoro e andai a fare l’autista, ebbi subito attacchi di panico molto frequenti e sentendo che esisteva una associazione di auto aiuto chiamata Itaca, mi decisi a telefonare perché non riuscivo più a lavorare di nuovo. Ricominciai ad evitare tutto per la paura della paura e visto che avevo il mutuo della casa, due figli da mantenere.

Ero ad una svolta: o mi curavo come si deve oppure mandavo tutto all’aria e non provo neanche oggi a pensare la fine che avrei potuto fare. Fortunatamente ebbi un primo colloquio a Itaca con il sig. Vinicio che mi indirizzò da una psicologa molto in gamba e da uno psichiatra ma la cosa importante è che mi diede la possibilità di partecipare al gruppo di Itaca. All’inizio feci fatica ad arrivare a Bergamo solo, ma entrato nel gruppo, nel giro di poche settimane sentii che c’era qualcosa che mi faceva piano a piano vedere positivo.

Il gruppo mi ha fatto capire che non sono solo con questi problemi , che bisogna prendere coscienza di se stessi interiormente perché quando si prende coscienza di sé si è già fatto un bel passo verso la guarigione. Ma tutto ciò richiede un lavoro molto lungo e accurato interiormente.
La persona innanzitutto deve stare bene con se stessa poi arrivano gli altri e così facendo si può avere la forza fisica e mentale di aiutare l’altro. Ora nel 2007 non sono guarito del tutto ma sto molto meglio, mi sto curando anche se con dose minima con ansiolitici e antidepressivi. Secondo la mia esperienza io penso che percorrendo la strada della terapia psicologica, farmacologica e il gruppo di auto aiuto si possa raggiungere uno stato di benessere. Il gruppo mi ha fatto capire molte cose fondamentali che da solo non sarei mai riuscito a comprendere.
Comunque un sano egoismo in tutti noi non deve mai mancare!

Emiliano