I medici hanno approvato l’uso di SSRIs ben prima che gli studi importanti fatti sui bambini fossero pubblicati. Ora che gli studi sono stati fatti, la prova è certa: i farmaci non sono efficaci nei giovani e possono aumentare la tendenza al suicidio.
Continuare ad usare gli SSRIs nei giovani non è conveniente, è pericoloso ed eticamente scorretto.

E’ ben chiaro che gli antidepressivi triciclici non funzionano nella depressione infantile; gli studi suggeriscono che gli SSRIs non sono migliori. I dati presentati hanno sopravvalutato gli effetti positivi e sottovalutato i pericoli, dimostrati poi con studi più approfonditi, ciò nonostante si è salvato un antidepressivo, la fluoxetina, e si è detto che i benefici superano i rischi. Questo è un buon esempio di come la pubblicità non corrisponde alle ricerche pubblicate. Si pretendeva di mostrare un vantaggio per la fluoxetina, specie se combinata con la terapia cognitiva comportamentale.
Ma questi studi sono stati compiuti in modo poco scrupoloso e molto superficiale. In ogni modo anche questi alla fine, se considerati in modo corretto, indicano che la fluoxetina si comporta in modo simile agli SSRIs. L’alta risposta ai placebo porta a pensare che anche l’assunzione di SSRIs dia una risposta simile per cui molti medici sono tratti in inganno non rendendosi conto che di per sé stessi sono inefficaci.

Concludendo, occorre evitare la somministrazione di questi farmaci per evitare un seppur piccolo ma tragico numero di suicidi.
Molti disturbi infantili si autolimitano e non richiedono interventi intensivi. Quando è necessario, la psicoterapia registra un buon livello di efficacia.

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