siamo-fatti-cosiMania, depressione, schizofrenia, disturbi bipolari, anomalie del comportamento. Tutte condizioni che un tempo venivano considerate solo su base psichica e di cui gradualmente si scoprono componenti fisiche talvolta determinanti.

Per anni si è cercata la “molecola mancante”, quel pezzo di connessione neurologica (sostituibile da un farmaco) che riportasse in equilibrio il funzionamento del cervello. Sono state identificate carenze di Dopamina, di Serotonina o di Noradrenalina, e inventati farmaci che le sostituissero.

In un modo o nell’altro si è cercato di dare una immagine “fisica” di alcuni disturbi psichiatrici, attraverso la identificazione di carenze di molecole che non avessero a che fare con l’interpretazione psicologica (traumi, complessi, nevrosi, psicosi) del disturbo.

Nei mesi scorsi si sono potuti precisare altri meccanismi fisici, in parte inaspettati, che mettono in correlazione alcuni precisi disturbi psichiatrici con l’infiammazione intestinale e il passaggio di alcune sostanze note per la loro interferenza negativa a livello cerebrale.

Stiamo parlando di derivati della caseina e del glutine, di cui è conosciuta la possibile interferenza neurologica. Le casomorfine e le glutomorfine (sostanze ad azione opioido-simile che si formano con la fermentazione del latte e del glutine) possono infatti passare attraverso l’intestino infiammato e arrivare al cervello dove contribuiscono a provocare i disturbi psicotici.

Un gruppo di ricerca della Johns Hopkins University ha pubblicato su Bipolar disorders il risultato di un confronto tra soggetti sani di controllo e persone con disturbo bipolare (psicosi maniaco depressiva) di recente o lontana insorgenza.

Per studiare i possibili effetti della interferenza intestinale, i ricercatori hanno scelto di usare come “marker” ed indicatore della infiammazione intestinale il valore degli anticorpi anti lievito di birra (ASCA, anticorpi anti Saccaroyces cerevisiae), già ben noti come attivatori della autoimmunità e correlati con le malattie infiammatorie intestinali (Severance EG et al, Bipolar Disord. 2013 Dec 6. doi: 10.1111/bdi.12159. [Epub ahead of print]).

I risultati della ricerca sono stati altamente significativi e hanno documentato che:

  1. esiste una elvata correlazione tra la presenza di anticorpi antilievito e altri anticorpi alimentari (caseina e glutine) e i disturbi intestinali riportati dai soggetti dello studio;
  2. esiste un rischio di malattia bipolare di circa 4 volte maggiore nei soggetti con anticorpi antilievito rispetto a quelli che non ne hanno, indipendentemente dal tipo di trattamento psicofarmacologico ricevuto;
  3. una associazione tra anticorpi anti lievito e anticorpi anti glutine e anti caseina era significativamente più presente nei soggetti con malattia bipolare rispetto ai soggetti di controllo sia per una insorgenza recente sia lontana.

Questo significa che l’infiammazione intestinale e la presenza di anticorpi contro gli antigeni alimentari potrebbero essere una concausa della malattia stessa, anche se scientificamente si deve tenere da conto l’ipotesi che la malattia condizioni la presenza di uno stato immunologico che alteri poi la risposta agli alimenti.

Di fatto tutto questo riporta alla possibile interferenza psichica dell’infiammazione da cibo, e alla già definita compartecipazione della reazione al lievito in molte malattie infiammatorie ed autoimmuni.

D’altra parte lo stesso gruppo di ricerca aveva precedentemente pubblicato su Schizofrenia research una ricerca che definiva in modo molto rigoroso una correlazione stretta tra presenza di anticorpi anti lievito, anti caserina e anti glutine con l’infiammazione intestinale e con lo stato psichico dei soggetti (Severance EG et al, Schizophr Res. 2012 Jun;138(1):48-53. doi: 10.1016/j.schres.2012.02.025. Epub 2012 Mar 24).

Non si può quindi parlare con certezza di una nesso causale tra anticorpi anti lieviti e disturbo bipolare, ma lo si può sospettare fortemente.

Il legame tra reazione al lievito e schizofrenia ha poi un aspetto simbolico di valutazione interessante. La massima espressione della fermentazione è la trasformazione alcolica. L’abuso acuto di alcol porta in breve a dissociazione mentale, esattamente come l’uso ripetuto e continuativo, in soggetti sensibili, potrebbe portare alla cronica e lenta trasformazione verso la schizofrenia o la dissociazione.

Senza bisogno di bere alcolici: magari mangiando semplicemente pane e formaggio…

Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo Clinico