Antidepressivi triciclici pericolosi per il cuore

Rispetto agli SSRI aumentano i rischi di malattie cardiovascolari

 Alcuni tra i più comuni medicinali contro la depressione, i cosiddetti antidepressivi triciclici (TCA), possono avere effetti dannosi sul corpo, ed in particolare sul cuore. È quanto emerge da una ricerca condotta dall’University College di Londra e pubblicata sull’’European Heart Journal’.
L’analisi ha coinvolto un campione di persone di cui il 2,2% assumeva antidepressivi triciclici, il 2% inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e lo 0,7% altri tipi di antidepressivi. Ciò che è emerso è che usando i TCA, piuttosto che gli antidepressivi di ultima generazione, chiamati inibitori della ricaptazione della serotonina, il rischio di contrarre una malattia cardiovascolare, a parità di altri fattori di rischio, sale del 35%.
Questo vuol dire, hanno spiegato gli autori del lavoro, che c’è un’associazione tra gli antidepressivi triciclici e questo tipo di malattie tipo di malattie che non è spiegata dalla sola malattia mentale per cui vengono prescritti. Qualche caratteristica molecolare dei farmaci potrebbe aumentare il rischio di sviluppare patologie a carico del sistema cardiovascolare.
La ricerca è stata condotta su 15 mila pazienti curati con uno o l’altro tipo di farmaco in Scozia.
La notizia ha suscitato molte polemiche, e così anche gli stessi autori hanno concordato con la linea comune che avverte i pazienti di non smettere all’improvviso di prendere i medicinali o passare ad altri tipi di antidepressivi, ma parlare sempre prima con il proprio medico per un eventuale cambiamento della terapia. È infatti rischioso smettere bruscamente l’assunzione di un antidepressivo e di solito la dismissione deve avvenire in modo graduale sotto attento controllo medico.
Gli antidepressivi sono farmaci largamente prescritti, ma mentre la depressione è un fattore di rischio indipendente per morbilità e mortalità cardiovascolare, gli effetti dell’uso di antidepressivi su questi esiti è meno chiaro. Comunque gli antidepressivi triciclici sono ormai divenuti di seconda scelta, in parte per il loro potenziale effetto cardiotossico.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina hanno soppiantato i TCA come prima linea di trattamento, anche perché sono più sicuri in overdose. Inoltre, per l’effetto antiaggregante piastrinico della serotonina, il blocco della ricaptazione della serotonina e la secondaria deplezione della serotonina piastrinica con l’uso degli SSRI potrebbe avere un effetto protettivo nei confronti degli eventi ischemici cardiovascolari.